Alla fine di settembre c’è stata la manifestazione imponente chiamata “Friday for future” che ha visto coinvolte in maniera massiccia anche le scuole italiane. Con i miei alunni avevo iniziato un dibattito in classe per capire il significato di ciò che facevano. Partendo dalla figura di Greta Thumberg, loro coetanea, dal Discorso da lei tenuto all’ONU, e da altri spunti emersi in classe abbiamo cercato di capire cosa stava succedendo nel mondo. Per la prima volta un’adolescente viene ascoltata dai politici a livello mondiale. Soprattutto i ragazzi facevano leva su una frase di Greta che li ha coinvolti a livello emotivo: “siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. Il vero potere appartiene alle persone”. È di questo cambiamento che vogliono parlare i ragazzi, quelli maggiormente coinvolti.
Per loro cambiare significa:
- Avere un atteggiamento diverso nei confronti dell’ambiente, animali e persone.
- Chiedere alla scuola (lo stanno preparando) un documento in cui si bandisce il più possibile la plastica mettendo la macchina con l’acqua filtrata evitando così di sprecare molte bottiglie.
- Curare l’ambiente scolastico, la propria aula e impegnarsi a tenere pulito il cortile.
- Organizzare una giornata all’insegna del rispetto dell’ambiente: acqua, riscaldamento, luci, persone e fare in modo che diventi uno stile di vita.
- Rispettare le norme di sicurezza nella consapevolezza che, così facendo, cresce il bene comune di tutti.
- Impegnarsi per l’inclusione dei ragazzi con problemi o più difficoltà.
Ci sono altre cose che si possono fare. La discussione penso sia utile sia per gli alunni che per noi docenti in quanto è davvero qualcosa che i ragazzi sentono come necessario e ciò può aiutarli ad essere costruttori del loro futuro. Sono pochi coloro che pensano siano discorsi inutili e, se lo pensassero, l’importanza di far si che si riesca a coinvolgere tutti e ad imparare a prendersi cura con sempre maggiore interesse del proprio ambiente di vita.